Reviews
Aristocrazia Webzine, Italy
06/01/2012
Erase And Reborn The Humanity
2012, Metal Scrap Records.
2012, Metal Scrap Records.
Estremo e divertimento, folclore e impegno sociale, grind/core, thrash fraseggi anneriti black e adrenalina a mille? In una parola: Sectorial. La formazione ucraina attiva dal 2007 con tre ep, "Cerebrum Necrosis Est It In Nobis", "Boiler" e "Controlled Insane" a rappresentarne il bagaglio personale sino al 2009, ha rilasciato nel 2012 il debutto "Erase And Reborn The Humanity", il titolo è abbastanza esplicativo del pensiero che alimenta il flusso energico a tratti strampalato della proposta del combo di Kyyiv.
Ventitré pezzi, quasi quarantacinque minuti complessi di durata e una sequela di schiaffi in faccia che non si fa di certo pregare nel darli, questo è ciò che presentano, non vi è una particolare originalità nell'esporre il metal estremo e battente a più riprese che attinge da più territori cibandosi anche di pulsioni "crust", le minuzie folcloristiche che adornano i brani di estensione maggiore vedasi "Too Much?" nella quale ci si trova a confrontarsi con l'intrusione divertita del flauto e dello "scacciapensieri", il silvestre strumentale "Before The Silence Come" con il flauto accompagnato da "rumori" quali il cinguettio degli uccelli e "Stolen Word" nel quale ancora una volta si ripresentano connotazioni similari al primo dei tre episodi citati, offrono una variante all'espressione di violenza comunque tutt'altro che statica ma alquanto derivativa.
Vi sono brani più scuri e dirompenti "Viva Nature" sembra in parte uscita da una release black e sullo stampo andante del death annerito polacco si espandono le note di "Internal Enemy", fra esse si frappone "The Unknown" che invece tira fuori passaggi che potrebbero chiamare in causa fra i tanti il nome Disfear. Dopo uno o più ascolti sarà palese quanto formazioni quali Napalm Death e Agatochles abbiano inciso sul sound dei Sectorial, di come non si risparmino le vangate in stile "mordi e fuggi" piazzando "The Exhausted", "Stones Have A Vote" e "Rushing Ahead" che insieme non raggiungono i due minuti e mezzo e di quanto i testi abbiano un chiaro legame con ciò che il nostro mondo sta affrontando attualmente ma includano anche temi che da secoli ci fanno "roteare i satelliti" vedasi la lampante "Religion – Business" e qual è il modo più adatto per chiudere un platter? Gli ucraini hanno puntato su di una cover.
La canzone prescelta è "Rise Up" dei sottovalutatissimi e storici grinder statunitensi Phobia dell'album "22 Random Acts Of Violence" che calza loro a pennello.
I Sectorial sono una band professionale, potranno magari pagar pegno nel caso ci si volesse fissare sulla mancanza di originalità ma chi lo è realmente al giorno d'oggi? Una prova come quella insita "Erase And Reborn Humanity" caratterizzata da una efficacissima esecuzione sia in ambito corale che nel singolo strumento con apprezzamento, e non di poco, nei confronti del drumming terrificante messo in atto da Igor Kovalenko e valorizzata da una produzione "di confine" cioè capace di far convivere una discreta dose di pulizia con rimasugli di sporco che la rendono viva, è ciò che potrebbe far pendere l'ago della bilancia a loro favore nel momento in cui vi decidiate dopo vari passaggi nello stereo se acquistare o meno il disco.
Mentre voi ci pensate un po' su, io me lo risparo al volo e sono certo che il mio vicino sarà "ultra contento" di tale scelta (schiamazzi, urla contro ed epiteti vari in mode on).
Ventitré pezzi, quasi quarantacinque minuti complessi di durata e una sequela di schiaffi in faccia che non si fa di certo pregare nel darli, questo è ciò che presentano, non vi è una particolare originalità nell'esporre il metal estremo e battente a più riprese che attinge da più territori cibandosi anche di pulsioni "crust", le minuzie folcloristiche che adornano i brani di estensione maggiore vedasi "Too Much?" nella quale ci si trova a confrontarsi con l'intrusione divertita del flauto e dello "scacciapensieri", il silvestre strumentale "Before The Silence Come" con il flauto accompagnato da "rumori" quali il cinguettio degli uccelli e "Stolen Word" nel quale ancora una volta si ripresentano connotazioni similari al primo dei tre episodi citati, offrono una variante all'espressione di violenza comunque tutt'altro che statica ma alquanto derivativa.
Vi sono brani più scuri e dirompenti "Viva Nature" sembra in parte uscita da una release black e sullo stampo andante del death annerito polacco si espandono le note di "Internal Enemy", fra esse si frappone "The Unknown" che invece tira fuori passaggi che potrebbero chiamare in causa fra i tanti il nome Disfear. Dopo uno o più ascolti sarà palese quanto formazioni quali Napalm Death e Agatochles abbiano inciso sul sound dei Sectorial, di come non si risparmino le vangate in stile "mordi e fuggi" piazzando "The Exhausted", "Stones Have A Vote" e "Rushing Ahead" che insieme non raggiungono i due minuti e mezzo e di quanto i testi abbiano un chiaro legame con ciò che il nostro mondo sta affrontando attualmente ma includano anche temi che da secoli ci fanno "roteare i satelliti" vedasi la lampante "Religion – Business" e qual è il modo più adatto per chiudere un platter? Gli ucraini hanno puntato su di una cover.
La canzone prescelta è "Rise Up" dei sottovalutatissimi e storici grinder statunitensi Phobia dell'album "22 Random Acts Of Violence" che calza loro a pennello.
I Sectorial sono una band professionale, potranno magari pagar pegno nel caso ci si volesse fissare sulla mancanza di originalità ma chi lo è realmente al giorno d'oggi? Una prova come quella insita "Erase And Reborn Humanity" caratterizzata da una efficacissima esecuzione sia in ambito corale che nel singolo strumento con apprezzamento, e non di poco, nei confronti del drumming terrificante messo in atto da Igor Kovalenko e valorizzata da una produzione "di confine" cioè capace di far convivere una discreta dose di pulizia con rimasugli di sporco che la rendono viva, è ciò che potrebbe far pendere l'ago della bilancia a loro favore nel momento in cui vi decidiate dopo vari passaggi nello stereo se acquistare o meno il disco.
Mentre voi ci pensate un po' su, io me lo risparo al volo e sono certo che il mio vicino sarà "ultra contento" di tale scelta (schiamazzi, urla contro ed epiteti vari in mode on).